Vivaldo Poli. Dipinti, 1932-1981

40,00

Skira, 2009
21×28 cm
232 pagine
245 illustrazioni a colori

COD: C034 Categoria: Tag: , ,

Descrizione

Il volume ripercorre l’intero arco dell’attività di Poli, con particolare riferimento al periodo di maggiore interesse nella sua produzione artistica, ovvero il ventennio tra la fine degli anni Quaranta e i primissimi anni Settanta. Poli nasce come artista figurativo. Dopo aver assorbito la lezione di Cézanne e di Matisse, già negli anni Trenta, subì il fascino del surrealismo e, negli anni Quaranta del postcubismo picassiano, per poi inoltrarsi liberamente nelle suggestioni del segno e della materia pittorica proprie dell’Informale, padroneggiati con talento e chiarezza di visione.
Il periodo che va dai primi anni Cinquanta ai primi anni Settanta risente di una pittura di grande sensibilità e qualità, che evoca gli esiti di artisti quali Soulages, Hartung, Riopelle, Nicholson, William Scott, Pasmore, oltre che di alcuni protagonisti dell’espressionismo astratto americano.
Uomo di grande cultura, Poli era un vorace lettore di romanzi, di poesie e di saggi di filosofia e di estetica, nonché appassionato di musica contemporanea (da John Cage a Karlheinz Stockhausen, ai quali dedicò alcuni dipinti, fino ai più innovativi gruppi pop internazionali); i commenti annotati nei quaderni d’appunti conservati nel Fondo Poli alla Biblioteca di Novellara, dimostrano un’inesausta curiosità. In verità, Poli mai si mosse dalla natia Novellara, salvo per gli obblighi derivanti dal servizio militare e per i viaggi intrapresi per recarsi a vedere mostre e musei, e può essere considerato uno degli esempi più fulgidi di come possa essere intesa la fedeltà alle proprie radici. Era tuttavia aperto al nuovo, guardava verso le esperienze artistiche e le idee che stavano cambiando il mondo. Nel 1939, Poli scriveva, con lucida consapevolezza della propria condizione, con una sorta di struggimento interiore: “Vivere in mezzo a gente che non aspira e non conosce i miei ideali, è un grande piacere per me. Così io resto più intensamente solo con i miei occhi e con la mia pittura. La gente che mi circonda non sa nulla di ciò che faccio, ragione di più per rimanere così tutto solo con l’arte e con me stesso.”

Titolo

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