Davide Benati. L’inafferrabile consistenza delle cose

10,00

Skira, 2003
24×28 cm
96 pagine
60 illustrazioni a colori

Descrizione

Una selezione di dipinti – acquerelli su carta tibetana incollata su tela – di grandi dimensioni, realizzati da Davide Benati negli ultimi sei mesi, nei quali l’artista rivisita alcuni dei cicli su cui aveva lavorato negli anni Ottanta e Novanta, con sorprendenti innovazioni nella costruzione dell’immagine e dei colori, che esaltano ancora di più la forza espressiva e l’impatto visivo delle sue opere. Come spiega Sandro Parmiggiani nel suo saggio “questi dipinti nuovi confermano alcuni dei caratteri della pittura di Benati. Il suo ricorso all’acquerello smonta ogni certezza e sicurezza sul contorno e sulla consistenza delle cose: forme e colori ci si rivelano come qualcosa di ‘strutturalmente’ labile, sfrangiato, fluttuante, perennemente sotto l’assedio dell’aria e della luce, anche se, in fondo, sono le cose più fragili ad apparire le più forti. La luce che s’irradia dai colori, culla di una luminosità che è insita in loro, non è svanita, ma il suo propagarsi risente dell’incupirsi dei toni, ed essa ci pare assumere un volto più sconosciuto e inconoscibile, come se stesse per farsi ombra, per cedere all’assedio dell’oscurità.”

Davide Benati (Reggio Emilia, 1949) tiene la mostra d’esordio alla galleria “Il Giorno” di Milano nel 1972, ed espone successivamente in mostre personali e di gruppo, in spazi pubblici e in gallerie private, in Italia e all’estero, tra le quali vanno ricordate le due partecipazioni alla Biennale di Venezia (1982, in “Aperto”, e 1990 con una sala propria) e le mostre personali a Modena (Galleria Civica, 1989) e a Reggio Emilia (Civici Musei, 1992).

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