Se l’occhio non fosse solare,
come potremmo vedere la luce?
(Goethe)

EMME nasce per dare voce alle immagini. Nella lingua greca antica “idea” e il tempo passato di “vedere” (dunque aver generato un’immagine) condividono la medesima radice. Questo perché la triade materiale sole-luce-occhio trova il suo analogo in quella immateriale Logos-pensiero-mente: così come il pensiero riflette il Logos mediante l’organo che il Logos stesso si è costruito in milleni di evoluzione, analogamente l’occhio, poiché plasmato dal sole, offre alla materia luminosa la possibilità di essere catturata affinché si possa manifestare. Arrivarono poi, dono degli Dèi buoni, il sole artificiale prima (il fuoco) e l’occhio artificiale (fotocamera) poi. Il resto è storia dei nostri giorni, particolarmente impegnati nella conquista della tessera mancante, la mente artificiale.

Co(AI)xistence, Justine Emard
video installation, 12′ (with Mirai Moriyama & Alter- developed by Ishiguro lab, Osaka University and Ikegami Lab, Tokyo University) 

La Fondazione Palazzo Magnani, da sempre vocata alle arti visive, da tempo pensava ad uno strumento di esposizione e riflessione a partire dalle immagini, uno spazio che potesse vivere oltre le mostre tradizionali.

Se è vero che le mostre d’arte servono a esibire opere affinché dall’esperienza estetica si possano poi generare pensieri, allora diventa necessario un luogo dove questi pensieri possano circolare, pubblicamente, esposti alla discussione e alla loro trasformazione.

Li raccoglieremo in quattro aree:

Vedere: tutto ciò che sollecita primariamente il senso della vista, sapendo però che le immagini nascono soprattutto dalla collaborazione di tutti i sensi.

Andare: il movimento favorisce la mobilità dei pensieri, lo sapevano già gli antichi. Attraverseremo, dunque, luoghi diversi, con uno sguardo privilegiato sul nostro territorio, dal Po al crinale appenninico.

Crescere: Reggio, si sa, è città con storica e riconosciuta vocazione all’educazione e alla cura dei più fragili. Sperimenta, inventa, provoca, mescola, sostiene e pratica concretamente modelli educativi d’avanguardia. Una pedagogia dell’immagine, soprattutto oggi, ha bisogno di trovare uno spazio in cui potersi riflettere.

Costruire: cantieri eterni sono quelle idee che continuamente ci interrogano, a partire da esperienze passate che hanno ancora qualcosa da dirci e da suggerirci, per un futuro tutto da costruire.

Iniziamo.

Reggio Emilia, 30 settembre 2020