«Non c’è nulla da dire: c’è solo da essere, c’è solo da vivere».
Piero Manzoni in “Libera dimensione”, Azimuth, 1960

Gino De Dominicis, “Mozzarella in carrozza” (1970), Chiesa dei SS Carlo e Agata, (fotografia di Alessandro Mescoli)

Che cosa è la morte? Che cosa è l’immortalità? Che cosa è l’arte?

Gino De Dominicis nella sua breve vita si è affidato all’illusione di poter dare risposta a questi enigmi collocando la propria testimonianza e la propria opera in un tempo mai contemporaneo. Rendendosi indefinibile e quindi inaccessibile, esattamente come ogni espressione o fenomeno che appartenga alla dimensione dell’Origine. Riflettendo, quindi in primo luogo, sullo spazio e sul tempo da prospettive solo apparentemente irrazionali, perché come ora sappiamo – informati dalla teoria della relatività ristretta di Einstein – contrariamente alla credenza immutabile da secoli, il tempo, influenzato dalla velocità e dal contesto, non scorre in maniera identica per tutte le persone.

Gino De Dominicis, “Mozzarella in carrozza” (1970), Chiesa dei SS Carlo e Agata, (fotografia di Achille Ascani)

Mai vi è irrisione, comunque sia, nell’arte di De Dominicis. Viceversa, in essa si percepisce, come nell’esemplare “Mozzarella in carrozza” (1970), una sottile ironia, efficace e dialettica, nell’idea socratica di favorire la confutazione degli interlocutori offrendosi evanescenti ed “inferiori” nel proporre situazioni solo apparentemente insostenibili per la loro illogicità e paradossalità. Tuttavia, nell’opposta e determinata consapevolezza che l’opera d’arte o è un capolavoro o non è, considerando come solo nel capolavoro – in un unico punto, in un unico manufatto – convergano i linguaggi dell’architettura, della scultura e della pittura.

Gino De Dominicis, “Mozzarella in carrozza” (1970), Chiesa dei SS Carlo e Agata, (fotografia di Achille Ascani)

Ed ecco allora l’affaticamento ininterrotto e coerente nel rappresentare un mondo potenzialmente reale, quale noi percepiremmo se riuscissimo a superare quei limiti entro i quali la nostra logica e la nostra esistenza sono costrette, così, come felicemente espresso da Maurizio Calvesi.

Il tempo – indica De Dominicis artista/filosofo – è il despota da cui emanciparsi, sfuggendo alla costrizione di una vita ristretta tra le dimensioni del passato e del futuro. Il segreto, la magia o l’incanto, stanno piuttosto nel vivere sempre calati nella totalità del presente liberi dalle imperfezioni biologiche, determinando i propri mutamenti ed anche ribaltando le leggi stesse della natura.

Ecco infatti la via d’uscita possibile: “Se l’uomo non vola, può, deve imparare a volare” (“Tentativo di volo”, G.D.D. 1969) sino a scoprire l’insincerità della vita e sovvertirla in una diversa dimensione indifferente all’omologazione nel presente, perché per dirla con le sue parole “L’arte più antica è quella di oggi. Quella che la precede è più giovane e moderna”.

Gino De Dominicis, “Mozzarella in carrozza”
Chiesa SS. Carlo e Agata via San Carlo 1, Reggio Emilia
dal 16 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023
a cura di Flag No Flags Contemporary Art e Archivio Cattelani
project concept Giovanni Nicolini