OPUS IN FIERI
Federico Branchetti
Liminale
Fabio Iemmi
Metacantieri – Vibrazioni sonore della materia
a cura di Greta Martina
Palazzo da Mosto, via Mari 7 – Reggio Emilia
17 gennaio – 15 febbraio 2026
Potenzialità…
Nel linguaggio filosofico, la potenzialità è il momento che precede la piena manifestazione o realizzazione — ciò che si definisce attualità. È quell’istante che anticipa la fissazione di qualcosa, il suo compimento definitivo. Un momento che, a seconda dello sguardo, può apparire come incompiuto, ma che può anche essere inteso come apertura, possibilità.
In un contesto storico come quello attuale, in cui siamo spesso travolti dall’urgenza di definire, etichettare, incasellare, imparare ad abitare e apprezzare questi momenti di indeterminatezza, in cui tutto è ancora possibile, può rivelarsi un gesto decisivo.
Sono momenti in cui possiamo esercitare la fantasia, in cui siamo noi a dare significato, a formulare ipotesi. L’opera, come non mai, si trasforma con la nostra percezione. La potenzialità diventa allora possibilità, eventualità, domanda aperta: un continuo ragionare, immaginare cosa potrà accadere.
In questo stato sospeso, in cui una forma definitiva ancora non è emersa — e forse mai emergerà — dove anche un’immagine intonacata o una scultura in bronzo possono ancora variare, ciò a cui possiamo fare affidamento, ciò che rimane concreto, è la materia.
La materia, dunque, custodisce già in sé le potenzialità. Per questo assume un ruolo centrale, sia nei lavori di Fabio Iemmi che in quelli di Federico Branchetti.
Nel lavoro di Iemmi sono la madreperla, le polveri metalliche, le terre naturali, l’intonaco, la carta giapponese, le lacche a designare le coordinate entro cui immaginare; mentre nella pratica di Branchetti, il bronzo, il vuoto, la cera, l’argilla diventano gli attori principali.
La materia diventa centro e oggetto: detta i tempi della realizzazione, ma anche le coordinate dello spazio in cui ci muoviamo e immaginiamo.
Federico Branchetti è nato a Reggio Emilia (Italia) nel 1994. Ha studiato Scultura dagli artisti Davide Rivalta, Antonio Violetta e Massimo Bartolini presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2023 ha partecipato come finalista alla 62a edizione del Premio Faenza.
Articoli sul suo lavoro e sulla sua poetica sono pubblicati su Exibart (222 artisti su cui investire 2024) Artribune (Gli artisti e la ceramica a cura di Irene Biolchini) e Parola d’Artista.
La poetica di Branchetti è incentrata sul fare scultoreo. Il Disegno, la plastica, il modellato della figura umana ripresa dalle sue diverse manifestazioni nella storia dell’arte (ritratto, mezzobusto, figura intera ecc.) divengono giustificazione per un tentativo di analisi della grammatica stessa della Scultura: la gravità, il peso che affonda i volumi, la tensione fra lo spazio occupato e le masse della scultura stessa sono motivi di indagine tanto nella Scultura quanto nel Disegno.
La ricerca artistica di Fabio Iemmi si relaziona con la dimensione concettuale ed estetica della materia. I suoi interventi prendono corpo in attività espositive, scenografiche, progettazioni e consulenze in ambito nazionale ed internazionale.
Le tecniche e i materiali che predilige sono assimilabili agli apparati superficiali dell’architettura, di cui reinterpreta in chiave contemporanea la “pelle”, avvalendosi di prassi consolidate quali la pittura su muro, il graffito, lo strappo. Modalità arricchite da ricerche e invenzioni personali e da una profonda conoscenza materica e tecnica.
Saperi acquisiti attraverso la direzione tecnico-artistica in cantieri di restauro e interventi artistici e scenografici in contesti architettonici contemporanei.
La sua attitudine per le grandi superfici parietali si palesa nella realizzazione di opere affrescate o realizzate con tecniche miste su muro, tra le quali la ridefinizione del limite dimensionale delle applicazioni metalliche e l’utilizzo del repertorio degli inerti derivati dalla macinazione delle pietre semipreziose, creando un dialogo e una relazione diretta con l'architettura, il contesto ambientale e la luce.
Le opere mobili sono trasposizioni estetiche, trascrizioni di codici, suggestioni materiche che progetta e realizza avvalendosi di calci, inerti, pietre semipreziose, madreperle, polveri metalliche, terre naturali, lacche, pigmenti tintori, trattamenti di superficie.
Analoga la modalità con cui realizza opere tessili a telaio, con tecniche jacquard e Gobelin e utilizzando titoli tessili pregiati.